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Asta buoni ordinari del tesoro
Asta dei Buoni Ordinari del Tesoro: tutto ciò che devi sapere !

I Buoni Ordinari del Tesoro (BOT) sono titoli di Stato italiani a breve termine, emessi dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) per finanziare il fabbisogno dello Stato.

 

La loro emissione avviene tramite un’asta competitiva, un meccanismo che garantisce la determinazione del prezzo in base alla domanda di mercato.

 

L’asta dei Buoni Ordinari del Tesoro è un meccanismo fondamentale per il finanziamento dello Stato e per la determinazione del rendimento di questi strumenti finanziari. Il suo funzionamento garantisce trasparenza ed efficienza, consentendo agli investitori di partecipare in base a dinamiche di mercato.

 

Per chi cerca un investimento a breve termine, sicuro e relativamente liquido, i BOT rappresentano una scelta interessante, da valutare attentamente in base al contesto economico e ai propri obiettivi finanziari, in questo approfondimento, analizzeremo nel dettaglio il funzionamento dell’asta dei BOT, perché vengono collocati in questo modo e quali implicazioni comporta per investitori e mercato finanziario.

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obbligazioni hight yield
Vantaggi e rischi delle obbligazioni Hight Yield

Le obbligazioni high yield, note anche come obbligazioni a rendimento elevato, rappresentano una categoria di strumenti finanziari sempre più popolare tra gli investitori alla ricerca di rendimenti superiori rispetto a quelli offerti da titoli di stato o obbligazioni societarie di alta qualità creditizia.

 

Però, accanto ai potenziali guadagni, questi strumenti comportano anche rischi più elevati, rendendoli adatti a investitori consapevoli e ben informati.

 

Le obbligazioni high yield rappresentano un’opportunità interessante per ottenere rendimenti elevati, ma comportano anche rischi significativi che non possono essere trascurati. Prima di investire in questi strumenti, è essenziale effettuare un’analisi approfondita dell’emittente, diversificare adeguatamente e valutare il proprio profilo di rischio.

 

Con un approccio consapevole e ben informato, le obbligazioni high yield possono diventare un componente prezioso di un portafoglio di investimenti bilanciato. In questo approfondimento esploreremo cosa sono nello specifico, le loro caratteristiche principali, i vantaggi, i rischi e alcuni consigli per valutarle correttamente.

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Cosa sono le minusvalenze e le plusvalenze
Minusvalenze e plusvalenze: cosa sono ?

Le minusvalenze e le plusvalenze sono componenti essenziali nella gestione di un portafoglio di investimenti, concetti da comprendere bene per iniziare ad investire in maniera consapevole e cosciente. Comprendere i meccanismi che le determinano è cruciale per prendere decisioni informate e ottimizzare i rendimenti, sia in termini finanziari sia fiscali.

 

Attraverso una gestione attenta e consapevole, gli investitori possono sfruttare al meglio le opportunità offerte dal mercato obbligazionario, minimizzando al contempo i rischi e le conseguenze negative derivanti dalle minusvalenze.

 

In questo articolo di approfondimento capiremo meglio cosa sono le plusvalenze (capital gain) e le minusvalenze (capital loss) e come compensare le diverse tassazioni in base al risultato dei nostri investimenti.

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News

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La Tassazione dei BTP
BTP e fiscalità agevolata

BTP Valore, BTP Green o più semplicemente BTP, il 2024 è stato un anno record per le nuove emissioni dei titoli di Stato italiani, che hanno ingolosito tutti: fondi, istituzionali ma anche privati cittadini a caccia di rendimenti sicuri.

 

Il 2024 verrà ricordato come un anno straordinario per le emissioni di titoli di Stato italiani, con i BTP (Buoni del Tesoro Poliennali) che hanno registrato livelli record di domanda e interesse da parte degli investitori.

 

In particolare, le diverse categorie di BTP, come il BTP Valore e il BTP Green, hanno consolidato il ruolo dell’Italia nel panorama finanziario europeo e globale.

 

Tra i risultati più significativi spiccano le emissioni del BTP decennale e del BTP Green. Il primo ha attirato richieste superiori a 140 miliardi di euro, mentre il secondo, con una scadenza ventennale, ha raccolto una domanda vicina ai 130 miliardi di euro.

 

Complessivamente, la raccolta ha raggiunto circa 270 miliardi di euro, segnando un record storico per il Paese.

 

Il successo di questi titoli riflette non solo l’attrattività del debito pubblico italiano, ma anche la crescente sensibilità degli investitori verso strumenti finanziari sostenibili. Il BTP Green, in particolare, rappresenta un segnale chiaro dell’impegno dell’Italia nel sostenere la transizione ecologica, finanziando progetti legati alla sostenibilità ambientale e alla riduzione delle emissioni di carbonio.

 

L’anno record per le emissioni di titoli è stato reso possibile anche grazie a un contesto economico globale che ha favorito l’interesse per strumenti sicuri e ad alto rendimento. L’Italia ha saputo sfruttare questo scenario, proponendo titoli con rendimenti competitivi e solidi, capaci di attrarre sia investitori istituzionali che retail.

 

Durante il 2024 i cittadini italiani sono stati attratti non solo da rendimenti sul decennale che in determinati periodi hanno superato il 4% lordo, ma anche dalle agevolazioni fiscali che lo strumento consente sulle plusvalenze realizzate: il 12,50% di imposte sul capital gain, meno della metà rispetto al 26% previsto per le obbligazioni societarie.

 

Per comprendere meglio le dinamiche legate ai BTP vediamo di seguito degli esempi concreti su due strumenti acquistati nella stessa data, con la stessa cedola, allo stesso prezzo e con la stessa scadenza.

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Report mercati finanziari – 15 gennaio 2024

Le incognite politiche (Ucraina, Medio Oriente, Siria) permangono tali anche se recentemente sono emersi segnali di concreti tentativi di pace, soprattutto per quanto concerne i negoziati in corso tra Israele e Hamas.

 

Il 2025, infatti, potrebbe essere caratterizzato dalla ricerca di nuovi equilibri internazionali con valutazioni in corso in merito al ruolo che potrebbe acquisire l’Unione Europea a fronte di un possibile scontro economico USA-CINA. Per la UE, i pilastri di sviluppo sono da tempo energia, difesa, innovazione tecnologica oltre all’accettazione della consapevolezza che a fronte dei mercati finanziari giganteschi che si affronteranno a livello mondiale (USA-CINA) l’unica possibilità di autonomia è data da un’Unione forte e coesa.

 

Probabilmente Trump potrebbe cercare di approcciare singolarmente i paesi NATO, proprio per minare la coesione europea e questa possibilità rappresenterà un punto di attenzione molto importante nell’anno a venire, anche perché le prossime votazioni, ad esempio in Germania, potrebbero creare ulteriori tumulti politici dopo quelli già emersi prima in Spagna e poi in Francia.

 

Anche le recenti dichiarazioni di Trump su Canada e Groenlandia (il tycoon avrebbe espresso il desiderio di annettere i due paesi utilizzando la forza, ove necessario) sembrerebbero rientrare più in un contesto di propaganda che in un reale desiderio espansionistico, che peraltro violerebbe il diritto internazionale, ma potrebbero comunque essere sufficienti a destabilizzare il quadro internazionale, se reiterate.

 

L’India appare sempre più forte ed in crescita (+ 6% il PIL) con un’economia molto dinamica e rappresenta ora un effettivo competitor regionale della Cina, ormai con una dimensione consolidata a livello internazionale tenuto conto che la Borsa indiana ha volumi addirittura maggiori rispetto a quelli di Europa e Stati Uniti, oltre ad un significativo numero di IPO nel 2024 a testimonianza dell’interesse crescente dei risparmiatori.

 

Sul piano monetario, la FED avrebbe annunciato due soli tagli nel 2025 (meno rispetto a quanto precedentemente previsto), mentre la BCE ha previsto di dar seguito al percorso intrapreso, con quattro tagli previsti entro l’anno, e ciò potrebbe costituire un possibile ulteriore divaricamento del costo del denaro tra Stati Uniti ed Unione Europea. Uno dei motivi principali di tale variazione di strategia è rappresentato dal fatto che l’economia americana appare in forte crescita, mentre quella europea risulta ancora poco reattiva.

 

Nel 2025 potremo valutare le prime applicazioni dell’intelligenza artificiali nei vari settori economici e sociali che si dovrebbero poi sviluppare in modo significativo nel 2026. Anche questo cambio di paradigma tecnologico presenta delle incognite correlate all’effettiva incidenza sulle filiere produttive in termini di risultati, agli effetti reali in termini occupazionali ed in definitiva anche di reale governabilità di tale tecnologia.

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debito pubblico
Btp e debito pubblico: l’Italia è davvero uno dei Paesi più indebitati?

Economia italiana e debito pubblico: un binomio che ormai da anni è diventato pressoché indivisibile.

 

Per quanto riguarda l’economia del nostro Paese, infatti, il debito pubblico rientra tra le questioni centrali (e ‘trainanti’) dei vari asset che guidano anche il mercato nazionale, ma non solo.

 

È vero che l’Italia è uno dei Paesi più indebitati? Qual è il rapporto tra Btp e debito pubblico?

 

Per fare il punto sulla situazione attuale è bene precisare che stiamo parlando di un debito di oltre 2.800 miliardi di euro, più o meno 145% del PIL. Di conseguenza, sì, è vero, l’Italia rientra a pieno titolo tra i Paesi con il livello di indebitamento più alto al mondo.

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